martedì 5 marzo 2013

Le Yankee Candle creano dipendenza, parola di Claudia

Ancora non ci credo. No, non è possibile.
Ma davvero ho ricevuto il messaggio di Giusi Silighini, il super direttore di CasaFacile, in cui mi chiedeva se - per caso - mi avrebbe fatto piacere fare la CF tester? (Ma stiamo scherzando? Fatto piacere? No, molto di più, e ancora oltre!). La proposta mi ha preso talmente alla sprovvista che – liberi non crederci – la sera tornando a casa dal lavoro ho perfino sbagliato strada… insomma, la notizia mi ha completamente frastornata! E non potevo parlarne con nessuno: la direttiva era chiara: “acqua in bocca con chiunque” fino all’annuncio ufficiale. E di acqua in bocca ne ho tenuta tanta, più di un otre, con tutti, tranne con Francesco, il mio compagno, che mi assisterà, supporterà e sopporterà in questa incredibile esperienza!

Se pensate che fare la CF-tester sia un lavoro di tutto riposo, no, cari i miei lettori, avete sbagliato! “Testare” è un vero impegno, quotidiano e continuo! Dopo nemmeno una settimana dalla nomina “in pectore” sono infatti arrivati i primi prodotti da mettere alla prova. Nientepopodimeno che le mitiche Yankee Candle, le candele profumatissime prodotte nel Massachusetts, Stati Uniti, con la caratteristica di rilasciare profumazioni intense e persistenti perché non vengono usate sostanze artificiali ma soltanto cera, paraffina di qualità, oli essenziali ed estratti naturali. Decisamente la Ferrari delle candele!


Il primo impatto con le Yankee non è stato - purtroppo - dei migliori: la scatola che conteneva le candele deve avere incontrato nel suo lungo percorso Nemo (non il pesciolino.. la perturbazione atlantica!) perché, ahimè, il rumore dei vetri infranti che proveniva dall’interno del pacco non faceva presagire nulla di buono… ben due delle caraffe di vetro che contengono le prestigiose candele erano in frantumi! Oh, no! Ma niente paura, in mio soccorso è arrivato Super Franz che, sprezzante del pericolo e delle schegge di vetro, è riuscito a liberare dai vetri rotti le due povere piccole infortunate. Le due bellissime candele “nude” anche spente hanno subito riempito con i loro gradevoli effluvi tutta casa (la mia abitazione è piccina e non ci vuole molto, ma davvero il loro profumo è inebriante) trasformandola in una serra tropicale. Una candela in ogni stanza e finalmente sono riuscita a fare il giro del mondo… in poco più di 75 mq!!! Ed è stato ancora più bello ricevere la settimana successiva un nuovo pacco con le candele "intere", con i loro bellissimi contenitori di vetro!


Il primo test - brillantemente superato - è stato affrontato dalla candela Black Coconut, forse un po’ inquietante nel suo colore marrone-nero ma che ho particolarmente apprezzato per il suo efficacissimo effetto “anti odori”. Avete idea di quanto fumo produce una bistecca ai ferri se, per la fretta, ci si dimentica di accendere l'aspiratore? E quanto perdura nella casa l’odore di pesce arrosto? E’ bastato accendere lo stoppino, mettere la candela sul tavolo et voilà, dopo meno di venti minuti l'aria di casa è tornata ad essere gradevole!



Ma non è finita qui… dovete sapere che io non friggo mai (MAI!) perché l’odore della frittura mi disturba come poche altre cose… ma fare la tester di CF comporta qualche sacrificio, no? E quale migliore occasione per mettere ulteriormente alla prova le Yankee Candles se non preparando le patatine fritte? Ho acceso prima la Waikiki Melon, una candela arancione all’aroma molto spiccato di melone maturo, che però non mi ha convinto del tutto (per il suo aroma fruttato e frizzante è adatta a rinfrescare la casa in estate, assai meno come candela combatti odori) e poi di nuovo la Black Coconut. Anche il mio mini studio, che è proprio davanti alla cucina ed è poco più di una tana, senza finestre, ha evitato di essere riempito - come al solito! - dagli effluvi non sempre piacevoli di cucinato… è bellissimo essere immersi nel profumo tenue, persistente ma assolutamente non invadente, annusare il leggero sentore di cocco mescolato con spezie tropicali che creano una base vellutata non troppo dolce e leggermente inebriante, che ricorda i profumi sontuosi dell’India dei Maharaja. Mi spiace davvero che le parole non riescano a rendere il profumo ma fidatevi, la Black Coconut merita un punteggio di 10/10!


La candela Paradise Spice è invece preziosa per sentirsi bene mentre si legge un libro o si scrive al computer, per i pigri pomeriggi invernali trascorsi in casa, magari davanti ad una tazza di tè: insomma, per i momenti in cui si ha voglia di “coccole”. Una candela dall’aroma rarefatto, quasi burroso... un batuffolo di lana candida che culla e avvolge... dal nome temevo che profumasse della solita cannella, dello scontato zenzero e di dolci di Natale, una volta accesa ho invece “sentito” il profumo delle case del nord Europa, la fragranza del muschio e della legna mescolata a vaniglia e anice. Meno "sfacciata" della Black Coconut, il suo aroma leggero e soave ha un effetto decisamente rilassante. Ed è la candela che è piaciuta di più sia a me che a Francesco (che, come molti uomini, non ama i profumi innaturali o troppo intensi). Forse sarà stata suggestione, ma la sera in cui abbiamo acceso la Paradise Spice poco prima di andare a dormire (ma, mi raccomando, spengete sempre le candele quando andate a letto e non lasciatele mai incustodite) la notte abbiamo dormito come ghiri felici!

Turquoise Sky è la splendida, profumatissima candela azzurra e mai nome fu più appropriato! Davvero sembra di essere sotto il cielo azzurro della primavera, immersi tra prati fioriti e con lo sguardo perso verso l’orizzonte. Un aroma particolare che sa di profumo di infanzia, di corse a perdifiato sulla spiaggia, di feste familiari, addirittura ho ritrovato il sentore dei foulard di seta che indossava mia madre… Emozionante. E molto commovente. Le Yankee Candles non sono solo oggetti di arredo ma candele speciali, capaci di attivare canali olfattivi che recuperano odori velati dal tempo, riescono a stimolare la parte più ancestrale del cervello, quella appunto collegata all’olfatto, agli istinti e alle passioni, un po’ come quando si entra da un fornaio e si viene colpiti dall’odore del pane ancora caldo: non è pane, è profumo di casa...


Tutto perfetto, allora, Yankee Candle promosse a pieni voti? No, un problema c’è. Ed è anche irrisolvibile, temo… Perché non sono come le comuni candele che dopo pochi giorni (se non addirittura poche ore) perdono l’aroma e diventano utili solo per illuminare in caso di black-out elettrico. Le Yankee Candles sono una droga olfattiva e creano dipendenza totale. Da quando sono arrivate in casa, non passa mattina che, appena sveglia, non corra ad annusarle per assorbire la loro forza ed energia. E giorno dopo giorno vengo avvolta da un concerto di odori, colori e sensazioni tattili: una lampada di Aladino racchiusa in una giara di vetro. Anche in questo momento, mentre scrivo, ho acceso la Paradise Spice e intorno a me non ci sono muri e librerie ma l’aroma mielato dei tigli, il muschio dei boschi, le spezie del Marocco, il profumo delle fragole golose e opulente…

6 commenti:

  1. Mi aspettavo da te esattamente un post così.. dettagliato e che mi trasportasse davvero nel mondo profumato delle candele! Mi sembra sul serio di averle sotto al naso!

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  2. Ho acceso poco fa la Paradise Spice: a distanza di un mese dalla prima accensione, è ancora profumata come appena aperta... non mi era mai successo con le altre candele!

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  3. Claudia, ma che belli tutte e due al lavoro con le Yankee di sottofondo! Recensione dettagliatissima :)

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  4. Che racconto coinvolgente e avvolgente! Fa venire voglia di correre subito ad acquistarle :-)

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